giovedì 12 ottobre 2017

Stitichezza: sintomi, cause e rimedi.

Stipsi o stitichezza è un disturbo molto diffuso, solo in Italia circa nove milioni di donne e quattro di uomini hanno meno di tre evacuazioni a settimana, alcune delle quali accompagnate da notevole sforzo addominale, meteorismo (flatulenza e aerofagia), gonfiore, difficoltà ad espellere le feci dure e disidratate, senso di evacuazione incompleta.

La stitichezza da saltuaria diviene cronica quando i disturbi perdurano da almeno o più tre mesi nel corso dell’ultimo semestre.
In taluni casi, infine, la stipsi può essere anche un sintomo della ‘sindrome da intestino irritabile’ nella quale la stitichezza si alterna alla comparsa di scariche diarroiche.

La stitichezza è legata ad una serie di fattori, tra i quali lo stress e la dieta non adeguata. Pertanto l’alimentazione gioca un ruolo cruciale in questo disturbo, evitando soprattutto l’assunzione ingiustificata di farmaci.
Come scegliere gli alimenti più giusti?

ALIMENTI CONSENTITI CON MODERAZIONE
In questa categoria sono presenti gli alimenti definiti “astringenti” poiché possiedono componenti non digeribili che provocando una distensione delle pareti del colon ne impediscono la normale contrazione, necessaria per spingere le scorie fino alla parte inferiore dell’intestino dove si formeranno le feci.
  • Patate
  • Carote
  • Limoni
  • Riso
  • Banane


ALIMENTI CONSENTITI E CONSIGLIATI
  • Acqua, almeno 1,5-2 litri di liquidi al giorno (preferibilmente acqua oligominerale naturale ma va bene anche il consumo di brodo o tisane).
  • Verdura cruda o cotta, almeno una porzione ad ogni pasto. Tra le verdure cotte, preferire spinaci, zucchine, broccoli, cavolfiori, fagiolini, melanzane e carciofi da consumare lessati o al vapore. Minestroni o passati sono un modo alternativo per assumere la verdura consigliata.
  • Consiglio inoltre, di consumare i passati di verdura a stomaco vuoto, cioè prima dei pasti, in modo da formare un gel sulle pareti intestinali facilitando l’evacuazione.
  •  Per integrare l’apporto di fibra, in alcuni casi, è possibile utilizzare supplementi di fibra in polvere presenti in commercio.
  • Frutta. Preferire kiwi (soprattutto al mattino a digiuno), pere, albicocche, fichi e prugne. Utile anche la frutta cotta.
  • Cereali, alternando quelli raffinati (pane, pasta, riso…) con gli analoghi integrali.
  • Legumi, anche passati o centrifugati.
  • Olio extravergine di oliva per condire le pietanze preferibilmente a crudo, aggiunto con moderazione e dosato con il cucchiaino.
  • Yogurt o latte fermentato. I fermenti lattici sembrano svolgere un ruolo molto importante nel favorire la funzionalità. 
  • Assumere probiotici addizionati con prebiotici per migliorare la funzionalità intestinale.


In generale per il trattamento della stipsi è consigliata tutta la frutta disidratata (prugne secche, fichi secchi, albicocche secche, uvetta e datteri e così via…) ma a causa del loro contenuto calorico si consiglia di assumerla solo in caso di stitichezza acuta e ostinata e non più di 2-3 frutti al giorno.

REGOLE COMPORTAMENTALI
  • Praticare regolarmente attività fisica soprattutto aerobica (camminare, pedalare nuotare) almeno 30-40 minuti al giorno e fare esercizi di ginnastica di rinforzo muscolare almeno 3 volte a settimana.
  •  Cercare di avere una regolare routine nell’utilizzo della toilette, possibilmente subito dopo uno dei pasti principali, per educare l’intestino a funzionare secondo orari ben definiti.
  • Mangiare ad orari regolari, non saltare i pasti, masticare lentamente per evitare una eccessiva introduzione di aria che potrebbe provocare aerofagia o meteorismo.
  • Praticare attività rilassanti, come lo yoga o il ballo, a seconda delle preferenze individuali.


venerdì 30 settembre 2016

La gastrite: come curarsi a tavola.

La gastrite è un’infiammazione della mucosa gastrica, la parete interna dello stomaco, che può essere acuta o cronica.
La gastrite acuta è una forma erosiva che provoca lesioni superficiali, spesso sanguinanti.
La gastrite cronica è un’infiammazione cronica che provoca ulcerazioni profonde fino alla perforazione.

Le cause possono essere molteplici come:
  1.   Stress o ansia;
  2. Terapie farmacologiche prolungate; (antibiotici e aspirina);
  3.  Helicobacter Pylori;
  4.  Infezioni da Stafilococco;
  5. Intolleranze e/o allergie alimentari;
  6.   Fumo e alcool

L’alimentazione svolge un ruolo chiave nella cura della gastrite: l’imperativo è evitare gli eccessi, non saltando nemmeno un pasto, soprattutto la colazione, scegliendo una dieta equilibrata, fatta di cibi freschi, mangiando lentamente e con moderazione.

Gli alimenti da consumare in caso di gastrite acuta o cronica sono:
Pasta, riso, pane con poca mollica (possibilmente tostato per aumentare la digeribilità e ridurre la fermentazione), fette biscottate, yogurt, formaggi freschi non fermentati in moderata quantità, formaggi stagionati, uova cotte poco, carne magra cotta in modo leggero (ad esempio petto di pollo alla piastra con condimento a crudo), pesci magri o pesce azzurro purché cotti in modo leggero, ad esempio al forno o in padella, legumi lessi con aggiunta di un pizzico di bicarbonato in cottura per renderli più digeribili,
verdure cotte (ma solo leggermente, non stracotte), patate lesse, al vapore, in purè (senza burro), al forno, carote, meglio se appena scottate, pomodori solo cotti (va bene anche un sugo leggero e se necessario aggiungere un cucchiaino di zucchero per ridurre l’acidità), banane mature, pere e mele (cotte sono più digeribili), tè deteinato e caffè decaffeinato, caramelle alla liquirizia.


Tra gli alimenti sconsigliati, invece, troviamo:

Carni grasse o succulente (gli arrosti, ad esempio), salumi, insaccati, carni conservate, scatolame di ogni tipo, dolci e prodotti da forno lievitati ad eccezione dei biscotti secchi, pesci molto grassi, salse e condimenti a base di burro e la maionese, caffè, tè, bibite gassate e zuccherate, bevande alcoliche, caramelle alla menta, gomme da masticare, tutti i cibi fritti, bevande e pietanze troppo fredde o troppo calde, frutta acida (agrumi, fragole, kiwi, pompelmo, ananas, ribes), bevande alcoliche, formaggi grassi o molto stagionati, panna e besciamella, spezie piccanti, aglio, cipolla, pasticcini e torte farcite.


giovedì 18 febbraio 2016

La curcuma è una pianta erbacea dal colore giallo – ocra originaria dell’India. Sin dall’antichità è conosciuta non solo come spezia, ma anche come colorante, antinfiammatorio e antitumorale.
La curcuma, detta anche “zafferano delle Indie” nasce dalla Curcuma longa, una pianta erbacea perenne dotata di rizoma e appartenente alla famiglia delle Zingiberacee.

La curcuma viene normalmente venduta in polvere, per cui è necessario conservarla dentro ad un barattolo di vetro, non trasparente, per non far filtrare la luce, che ne danneggerebbe le proprietà e in un luogo fresco e asciutto per mantenerne più a lungo l’aroma.
I suoi rizomi, che sono la parte che contiene i principi attivi, vengono fatti bollire per ore per poi seccarli e schiacciarli fino ad ottenere una polvere giallo - arancione.

La curcuma oltre ad un buon quantitativo di minerali (sodio, potassio, magnesio, ferro, zinco, selenio, manganese e rame) e vitamine (gruppo B, C, E e K) contiene un’importante sostanza conosciuta come curcumina.
Proprio la presenza di tale principio attivo conferisce alla curcuma proprietà antitumorali, rendendola in grado di contrastare almeno otto differenti tipi di tumori quali colon, bocca, polmoni, fegato, pelle, reni, mammelle e leucemia.
L’effetto della curcumina è potenziato dall’associazione con l’isotiocinato, principio attivo presente in cavoli, broccoli e rape.
La curcuma ha anche proprietà antinfiammatoria, antimutagena, antitrombotica, epatoprotettiva, antimicrobica, antivirale, antiparassitaria.

Per un uso salutistico è sufficiente riuscire ad integrarla nella nostra dieta quotidiana. Un paio di cucchiaini da caffè al giorno sono la dose ideale; si può aggiungere a fine cottura di molti alimenti ma si può anche aggiungere a vari tipi di yogurt o farne una salsa.
È importante ricordare che la curcuma va assunta insieme al pepe nero o al tè verde per facilitarne l’assorbimento. Non solo. Anche l’abbinamento a qualche grasso, tipo olio d’oliva, burro, o quant’altro, facilita l’assorbimento della curcuma.

Pur essendo una polvere miracolosa, la curcuma ad alti dosaggi può provocare diarrea e nausea.
 Chi assume farmaci anticoagulanti dovrebbe limitare il consumo di curcuma perché la curcumina può interferire con i medicinali, aumentando il rischio di emorragie. Inoltre va ridotta nei soggetti che soffrono di coliche o calcoli biliari, perché potrebbe stimolarne l’attività.
E’ possibile acquistare il prodotto in farmacia o in erboristeria. A Rossano è disponibile presso la Farmacia Noto, in Viale Sant’ Angelo.